
I miei ricordi sono qui. Dentro di me so che fin da bambina l’unico posto dove stavo bene era dentro la natura, forse proprio perché sono nata e cresciuta in mezzo al vino.
Ripensando alla mia infanzia ho ancora vivo e forte il profumo che dalla finestra della mia camera sentivo salire: erano le note intense della fermentazione. Posso dire di essermi avvicinata al vino soprattutto per il fascino delle sensazioni olfattive.
Il legame con la vigna lentamente è cresciuto, si è stretto, fatto più forte.
A quindici anni già facevo gli innesti, raccoglievo erbe e andavo sul trattore: sentivo in profondità l’esigenza di stare dentro la natura.
Anche oggi il mio rifugio può essere la vigna o il bosco, oppure l’orto o il giardino, luoghi dove io sono e mi ritrovo, dove sento.
La natura è una fonte di energia e un luogo di quiete.
Il legame con il territorio si muove in due direzioni. Mi sento profondamente trentina e montanara, forse per questo avverto un senso di solitudine che, oggi, spero possa essere superato dal gruppo dei Dolomitici.
In effetti, qui, ci conoscevamo tutti ma non c’era mai stato un approccio umanamente aperto che, per fortuna, è arrivato sulla base di una viticoltura diversa, una viticoltura in ascolto.
Oggi, nella mia vita c’è la tensione ad andare avanti, a progredire con coerenza ed equilibrio verso scelte condivise grazie alle risorse delle persone: gli uomini e le donne che sto incontrando e che hanno, insieme a me, il desiderio di lavorare su un piano comune di visioni e intenti.